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  • Immagine del redattoreFabio Rocca

"LES IRIS DE LA FORET" d Mireille ROOBEART


“Les iris de la forêt”

Mireille Roobaert, fotografa-narratrice, interpreta l'architettura in ogni cosa, per farci intravedere la sua realtà. Nella sua nuova serie intitolata “Les iris de la forêt”, sogna la natura viva degli alberi, e pone nell'abisso la nozione di osservazione, attraverso un punto di vista unico, uno sguardo su noi stessi. La rivoluzione digitale ha scatenato la creatività di questa artista visiva dell'immagine, che ha fatto delle anamorfosi il suo linguaggio incarnato. Da 20 anni usa le tecnologie come strumento di realismo trasformato e crea sfere virtuali, matrici della sua fantasmagoria. In questo studio naturalistico d'avanguardia, giustappone realtà e virtualità. Questa comprensione grezza della foresta è composta digitalmente per ogni pezzo di assemblaggio da una dozzina di foto di alberi. Mireille ascolta la natura, impara a decodificare lo sguardo dei rami. Le immagini scenografiche sono composte da scatti di un bosco urbano a Bruxelles, ma il progetto, che tende a crescere, può attecchire in diversi tipi di alberi. Per realismo fuorviante, le stampe sono realizzate su Chromaluxe e Plexi, con una finitura lucida, che rimanda alla trasparenza delle lamelle viventi dell'iride.


“Les iris de la forêt”

L'inverno e la primavera sono già svegli nelle foto, l'estate e anche l'autunno. Questa serie di occhi frondosi che piangono o ridono della linfa, sono un'estrapolazione sullo sguardo della foresta, e il nostro sguardo sulla natura. Da bambina, Mireille Roobaert era caratterizzata dalla personalizzazione degli alberi nelle fiabe. Come nelle storie della sera, ci chiediamo: chi guarda chi? L'artista mette in discussione la paura primitiva del lupo e la rinascita dell'alba o della primavera. Ogni albero, come ogni occhio, è diverso, e il suo messaggero altrettanto penetrante. Questa mostra apre i nostri occhi su ventiquattro specchi di un'anima viva di legno. Nella pupilla di queste composizioni surrealiste, vediamo il terreno. Come un'impressione di levitazione, ci si lascia trasportare dalla vertigine del punto di vista. Il fotografo interpreta gli effetti del sottobosco, e tutti i boschi sono un altro, riflesso dell'umanità come tante pupille penetranti, dilatate o contratte, anche a forma di ogiva, come gli occhi dei gatti. Ogni immagine è composta da dodici fotografie, come le dodici ore del tempo ei mesi dell'anno. L'obiettivo è vivo, l'estetica sempre al centro della sua ricerca. La coerenza di Mireille Roobaert è concentrata nell'insolito e nello stupore. In questo progetto gli alberi ci guardano e noi vogliamo sapere: cosa vede la natura in noi? Una mostra per guardare il bosco in fondo agli occhi.


Elisabeth claus



“Les iris de la forêt”

“Les iris de la forêt”

“Les iris de la forêt”


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