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  • Immagine del redattoreFabio Rocca

VINCENZO MARINO tra denuncia e speranza



Vincenzo Marino è nato a Napoli il 21.01.1969 ma è cresciuto a Genova.

Uno zio, da piccolo gli regalò i colori e Vincenzo ha iniziato a disegnare. Col tempo è diventato il suo modo

di comunicare col resto del mondo. Ha usato tutto quello che poteva per disegnare: tempere, matite,

acquerelli, ombretti e smalti di sua sorella. Quasi contemporaneamente ha iniziato ad avvicinarsi al mondo

del modellismo statico.



Nonostante abbia fatto studi tecnici, ha sempre mostrato di avere doti innate nel disegno. Faceva

caricature di tutto il corpo docenti e dei suoi compagni.

Nei suoi lavori c’è sempre stata una forte relazione tra musica, cinema e fumetto. Anzi spesso questi

elementi sono stati spesso fonte di grande ispirazione sin da ragazzo.

Il cinema, in modo particolare la fantascienza, segnerà la sua produzione sia nel disegno che nel

modellismo, perché dopo ogni film disegnava una sorta di fumetto del film.




Ha lavorato free lance nel settore della grafica.

Le circostanze della vita lo hanno portato a conoscere persone che vivono di arte e dopo aver mostrato i suoi lavori ha sempre ricevuto la stessa risposta: devi dipingere ogni giorno!

Nel 2016 ha iniziato a dipingere con regolarità e costanza senza dimenticare il modellismo.

Vincenzo non ha mai pensato che i suoi quadri potessero piacere a qualcuno che non fosse parente o amico e ha sempre avuto paura di esporre, o meglio lo riteneva quasi inutile.

Nel 2017 ha fatto la sua prima personale presso un'associazione culturale.. ed è stato un successo!

Nel 2018 ha bissato lo stesso successo di pubblico creandosi una piccola schiera di fans.

I quadri di Vincenzo parlano, denunciano brutture, ingiustizie, incoerenze, stupidità frutto della società odierna ma al tempo stesso hanno sempre un messaggio di speranza, come la luna, l'orizzonte, il guardare avanti, il cielo pulito.. Perché accanto alla “denuncia" c'è anche la speranza.



Forse per questa sua ironia dissacrante e amarezza si può definirlo surreale, ma è anche concettuale.

Come gli era stato consigliato non ha più smesso di dipingere, disegnare, creare, più lavora più diventa padrone di idee e tratti ed ha acquisito un suo stile. Questo si è visto anche nei diorami perché non ha smesso di applicare le cose apprese in pittura anche al modellismo.

Non ama parlare, mostrarsi ma se uno guarda i suoi quadri c'è tutto il suo mondo. Il suo rifiuto per il brutto della società moderna e la speranza x un domani migliore. Se uno vede il brutto non significa che non sia in grado di vedere anche il bello, dire che qualcosa non va significa che si cerca di trovare la soluzione, o

almeno che ci si prova.



C'è denuncia e angoscia nelle maschere, nell'inquinamento, nel consumismo ma c'è tanta speranza nella luna, nel guardare avanti, nei cieli infiniti..


Attualmente oltre alle mostre temporanee tra la Toscana e la Liguria, troviamo alcune sue opere in permanenza presso la Roccaet Gallery di Firenze.

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