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Immagine del redattoreFabio Rocca

"ALLA RICERCA DELL’IDENTITA’ PERDUTA" di Giulio Calamandrei


CEDAPITATI CHE FANNO COSE N3-PERDERSI NELLA RETE IN UN GIORNO DI SOLE


Biografia:


Giulio Calamandrei vive e lavora a Firenze. Attratto sin da piccolo sia dalla letteratura che dalla pittura e dal disegno, si laurea in filologia moderna presso l’Università degli Studi del capoluogo toscano nel 2013, mentre completa la sua formazione artistica nel 2015, diplomandosi presso la Scuola Internazionale di Comics di Firenze e frequentando la Scuola Libera del Nudo, all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Anche adesso continua a percorrere entrambe le strade: infatti, mentre insegna lettere alla scuola media, disegna e dipinge quotidianamente. Nelle sue opere, a cavallo tra realismo e surrealismo, e con uno stile talora debitore del fumetto, dialoga con la realtà, in modo a volte ironico, a volte più crudo, soffermandosi sui grandi temi che coinvolgono la nostra contemporaneità, dall’inquinamento all’intrusione sempre maggiore della tecnologia nelle nostre vite.


DECAPITATI CHE FANNO COSE N1-PERDERE TEMPO


Le opere in mostra evidenziano il percorso fatto dal pittore dal 2014 al 2021, raggruppando i lavori, talvolta debitori del mondo dell’illustrazione, dedicati alla musica o all’attualità cittadina (“Black dog” e “Attenti al tram!”) e quelli in cui prevale invece il bisogno di schierarsi contro alcuni atteggiamenti che caratterizzano la modernità (“Una civiltà perduta...” e “Me ne basta un litro, grazie!”). Nel mezzo, anche l’esperimento materico di una mano che emerge dal nero.


DECAPITATI CHE FANNO COSA N2-RITRARSI

Discorso a parte merita la serie dei

”Decapitati”, che riflette sul tema del rapporto tra l’uomo e la tecnologia o, più in generale, tra l’uomo e quei totem che lo spingono a perdere tempo e, soprattutto, la sua identità.


DECAPITATI CHE FANNO COSE N4-LA TESTA NEL PALLONE

in esposizione permanente presso la Roccart Gallery di Firenze

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