Gino Granieri, nato nel 1966, è figlio di un parrucchiere immigrato in Svizzera dal Piemonte e di una estetista svizzera cresciuta a Wil, nel cantone di San Gallo. Fin dall'età adolescenziale era appassionato di fotografia. Con la Canon FT di suo padre scatta le prime foto. L'apparecchio, già obsoleto a quei tempi, non era ancora dotato dell'esposimetro integrato, quindi il giovane dovette darsi da fare con un dispositivo separato, con le tabelle d'esposizione e i problemi della profondità di campo. Quando informa suo padre di voler intraprendere la professione di fotografo questi, scuotendo la testa, gli intima di scegliere una professione che gli avrebbe permesso di guadagnarsi da viver.
Di conseguenza, Gino Granieri scelse una scuola commerciale e oggi lavora nel campo dell'informatica. La passione per la fotografia però, in tutti questi anni, non è mai venuta meno, anzi, si è intensificata ulteriormente. Durante i viaggi e nell'ambito di modesti incarichi, quali per esempio servizi fotografici per matrimoni, che nel corso degli anni divennero sempre più numerosi, la sua tecnica si affinò. In quel periodo frequentò anche la scuola di fotografia della Nikon Svizzera, seguendo i corsi sulla luce disponibile e la tecnologia del flash. Nel 2011 decise definitivamente che la sua professione dovesse essere quella di fotografo, e quindi fondò la Granieri Fotodesign. A breve arrivarono i primi ordini da parte di committenti rinomati, quali Bridgestone, Emmi, Mercedes, Dior e altri brand. Così nacquero delle documentazioni fotografiche riguardanti la creatività in ambito teatrale, nonché numerosi servizi di moda e per immobili di lusso. Durante i suoi viaggi nei paesi asiatici, Granieri realizzò numerosi reportage fotografici, fra gli altri anche uno dedicato a un progetto di sviluppo della DSC (organismo federale: Direzione per lo sviluppo e la cooperazione) nel Bhutan. Per il suo luogo di residenza, la città di Zurigo, creò una produzione video di enorme successo sulla Street Parade. Seguendo lo sviluppo velocissimo della fotografia digitale, Granieri scoprì ben presto l'enorme potenziale delle fotocamere di dimensioni sempre più piccole, in particolar modo delle fotocamere integrate negli Smartphones. Sviluppò un apposito concetto di formazione per la fotografia con la fotocamera dei telefoni cellulari e oggi è docente di corsi aventi come oggetto questa materia, in particolare per la Dataquest. In tutti questi anni, l'Italia, il Paese dei suoi antenati, ha assunto sempre di più una posizione centrale per quanto riguarda i suoi interessi. Oltre al Piemonte, ha scoperto il suo amore per la Toscana, in particolar modo per Firenze, la cui abbondanza di arte, molteplicità e vivacità , nonostante lo snervante pullulare dei turisti giunti da ogni parte del mondo, lo colpiscono ogni volta di nuovo.
Infatti, nella scorsa estate, precisamente il 13 Luglio 2018, è stata inaugurata la sua prima mostra personale, nella culla del rinascimento, presso la galleria fiorentina Roccart Gallery, intitolata Zurigo/Firenze - Le Statue.
L'obiettivo di Granieri cattura le statue che caratterizzano l'immagine pubblica delle due città , Firenze e Zurigo, una al di qua e l'altra al di là delle Alpi. In questo modo, i Medici e i vecchi esponenti della confederazione elvetica sono entrate a far parte di un dialogo fatto di pietra e bronzo, un elefante si erge appoggiato sulla sua proboscide e Perseo, trionfante, innalza la testa della Medusa verso il cielo notturno. Una combinazione di familiarità e ignoto, di aspetti storici e moderni. L'intenzione dell'artista è stata quella di mostrare quanto di familiare ci può essere in queste due città servendosi di un'ottica nuova, inusuale, che ha permesso di gettare uno sguardo insolito sulle due città antiche.
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