Ilaria Delogu – Il mistero dell'inconscio sulla superficie della pittura
- Fabio Rocca
- 4 lug
- Tempo di lettura: 2 min
L’arte di Ilaria Delogu nasce da un impulso interiore e si manifesta come un viaggio visionario che attraversa i territori del sogno, dell’inconscio e dell’intimità più profonda. Non è mai narrazione, ma piuttosto risonanza: ogni tela è uno specchio in cui lo spettatore può riconoscere parti di sé, riflessi sfuggenti del proprio mondo interiore.

La pittura diventa così il suo linguaggio originario, lo strumento con cui Ilaria dialoga con ciò che sfugge alla mente razionale. Le sue opere si collocano tra simbolismo ed ermetismo, zone in cui il pensiero si sospende e le emozioni si fanno immagine. Non vi è volontà di trasmettere un messaggio, semmai un invito ad ascoltare: quello che l’opera ha da dire al nostro sguardo, al nostro stato d’animo, al nostro silenzio.
Formata fin da giovanissima in ambienti artigianali, Ilaria ha sperimentato la pittura su ceramica e su vetro, fino a misurarsi con l’aerografo e le tecniche più rigorose. È proprio da questa base disciplinata che nasce la sua esigenza opposta: la volontà di abbandonare il controllo, di esaltare l’errore, la sbavatura, la deformazione come atto creativo autentico. Il suo gesto pittorico è impulsivo, fisico, urgente, come se ogni opera nascesse da un bisogno profondo e ineludibile.

I riferimenti principali del suo universo visivo – Kandinsky, Pollock, Mirò, Dalì – si riflettono in una pittura che unisce l’intensità del colore all’energia del segno e all’imprevedibilità del processo. Nelle sue tele si rincorrono forme ellittiche, cerchi, spirali, vortici, elementi che evocano tanto le galassie quanto le cellule, il macrocosmo quanto il microcosmo. È un cosmo liquido e pulsante, dove ogni figura suggerisce un movimento perpetuo, una trasformazione continua.
Utilizza prevalentemente acrilici, spray a base acquosa e inchiostri, materiali rapidi, che si prestano a una gestualità immediata e viscerale. A volte interviene anche con paste modellanti per accentuare la densità materica della superficie. Il colore – caldo, profondo, contrastato – è il veicolo emozionale principale: trasmette vita, passione, introspezione, turbamento.
Nei suoi lavori non c’è un progetto prestabilito: l’immagine emerge da sé, in una continua alternanza tra azione e ascolto, tra istinto e sospensione. Il tempo dell’opera non è lineare: può nascere in un’unica sessione oppure attendere per giorni, settimane, finché l’artista non riceve di nuovo quella “voce” interiore che la guida.
Il risultato è una pittura che non spiega, ma evoca, che non rappresenta, ma interroga. Le opere di Ilaria Delogu sono finestre aperte sul mondo del non detto, strumenti di riflessione e di meditazione. Come scrive lei stessa, «l’arte ha il dovere di essere disturbante», perché esprime l’individualità, la complessità, la dissonanza rispetto a un mondo che tende all’omologazione.
Attraverso il colore, la forma, la materia, Ilaria ci accompagna fuori dalla comfort zone, dentro una dimensione profonda in cui possiamo incontrare le nostre paure, le nostre ombre, ma anche la nostra capacità di trasformazione. La sua pittura è un'esperienza catartica, una pratica di connessione con l’anima, un viaggio che ha il coraggio di attraversare il mistero.

Ilaria Delogu espone attualmente presso la Roccart Gallery, all'interno della mostra collettiva Osmosi, in via San Gallo 89r, Firenze.
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