All’inizio, quattro anni fa, c’era l’idea di riprodurre in forma di fotografia delle opere d’arte famose e di dotarle di una nuova messa in scena. Quando Gino Granieri, dopo il buon successo ottenuto con la sua mostra allestita nella Roccart Galery, nell’estate del 2018, è stato interpellato da Fabio Rocca che chiedeva se Granieri volesse partecipare con due quadri alla mostra speciale in occasione della settimana di Pitti Uomo (Firenze, gennaio 2019), la proposta cascava di proposito!
Gli argomenti quali l’erotismo, Firenze e la messa in scena di antiche opere d’arte sfociano in modo pressoché naturale nel progetto di riprodurre in chiave moderna il dipinto rinascimentale di Botticelli «Nascita di Venere» inserendovi il confronto con la globalizzazione, la digitalizzazione e tematiche di gender. Granieri, invece di usufruire del digital composing, punta sul buon vecchio lavoro in studio, cosa che comporta la necessità di coinvolgere una scenografa, una consulente di moda e una truccatrice. E così, nel gruppo, nasce l’idea di creare la conchiglia di Venere con dei pneumatici e l’isola con bottiglie di plastica per puntare il dito sulla stato di desolazione in cui al giorno d’oggi versano i mari di tutto il mondo. La scelta delle modelle e dei modelli è dettata dalla volontà di rispecchiare la vita moderna nelle società multiculturali.
E seguendo proprio il pensiero rinascimentale, che permetteva all’essere umano di realizzarsi, il fotografo colloca nella conchiglia l’uomo nudo e sostituisce la Venere con Neo, perché l’uomo dell’epoca moderna, insicuro circa l’immagine di sé stesso, finalmente ha conquistato, parimenti alla donna, il diritto di vedersi idolatrato come oggetto di un desiderio libidinoso. Solo durante lo shooting di ben tre ore e mezza, all’artista viene l’idea di raffigurare le figure erotiche mentre tengono in mano degli Smartphones. E così nascee la seconda foto, in cui il gioco degli sguardi ammirati e bramosi prima rivolti alla Venere, adesso è indirizzato esclusivamente sul proprio telefono intelligente. Se la figura del narcisista finora era riservata all’essere nascente dalla conchiglia, al giorno d’oggi ognuno ha il diritto di essere narciso, di autoproclamarsi star. Tale autoreferenza di tipo maniacale, in questa satirica messa in scena, porta a dei risultati alquanto curiosi, che si notano prevalentemente nella figura di Neo. Mentre lo Smartphone gli serve da perizoma, come se questa funzione fosse un’ulteriore feature del dispositivo, Neo guarda il fiore che tiene in mano meravigliandosi oltremodo, come se il fiore sapesse raccontargli più cose riguardanti il mondo di quanto tutto lo small talk e tutta la smart tecnology potessero mai esprimere. L’ironico effetto finale: In un mondo governato dal dialogo digitale, un mondo contrassegnato dalla continua comunicazione fra partecipanti assenti, l’oggetto analogico, la semplice presenza fisica di un delicato fiore profumato.
la star.
Compartecipanti alla produzione:
Modelle/modelli:
- Vilhelm Hultgren – Facebook. Vilhelm Hultgren
- Suriwan Etter: - Facebook: Etter Suriwan
- Angelo Garret – Facebook: Angelo Garret – Insta: anggarret
- Samira Abdirahman
Stage Design:
- Andrea Grimm – Video Artist and Singer/Songwriter Zurich
Fashion Consulting:
- Cristina Bintithan – Instagram: golden_carrot_shoes_zurich
Make-up Artists:
- Alexandra Augustin assisted by Laura – Facebook Make-up by Alex – Insta: makeupby_alex – www.makeupbyalex.ch
Light- and Directing Consultant:
- Alexander Szombath, Zürich - https://alexszombath.ch
General Consultanting:
- Marcus Balogh, Advertisment Specialist, Zurich
Driver:
- André Büttner, Zürich
Fotostudio:
- Dan Cermak, Zürich
Light-Providing:
- Light & Byte AG, Zürich – www.lb-ag.ch
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