Matteo Mastrandrea – Il gesto, l’anima, la soglia
- Fabio Rocca
- 19 lug
- Tempo di lettura: 2 min

Nel panorama contemporaneo dell’arte visionaria, Matteo Mastrandrea – in arte “Teo” – si distingue per un linguaggio pittorico intimo e spirituale, sospeso tra l’urgenza espressiva del gesto naïf e la profondità di una riflessione iconoteologica. Nato e attivo a Firenze, Mastrandrea intraprende un percorso artistico che si radica nella grafica pubblicitaria e si evolve con gli studi all’Accademia di Belle Arti. È lì che matura una sensibilità pittorica alimentata dall’incontro con il maestro Gustavo Giulietti, figura guida nel suo cammino verso uno stile personale e profondamente sentito.

Le sue opere si collocano idealmente “ai confini della realtà”, esattamente dove si ferma la percezione razionale e comincia il sogno. L’immaginario visivo di Teo affonda le radici nella natura selvaggia e spontanea della macchia mediterranea, un paesaggio emotivo che diventa metafora della libertà interiore. I suoi quadri, spesso costruiti su supporti geometricamente equilibrati come il quadrato, sembrano voler contenere l’impeto di una pittura istintiva e poetica, in bilico tra costruzione formale e intuizione emotiva.

Nel contesto della mostra collettiva AI CONFINI DELLA REALTÀ alla Roccart Gallery di Firenze, l’arte di Mastrandrea assume una valenza ancora più significativa: la sua pittura diventa soglia, ponte tra ciò che è visibile e ciò che vibra nell’invisibile. I colori, le forme e le texture non rappresentano semplicemente un mondo, ma lo evocano come presenza interiore, come ricordo, come anelito. Le immagini si trasformano in simboli, portatori silenziosi di un messaggio che sfugge alla narrazione e affonda nella spiritualità. Ogni opera è un’esplorazione dell’anima, un gesto candido che comunica emozioni sottili e profonde, in un dialogo aperto con l’osservatore.
La pittura di Mastrandrea è anche una riflessione sulla fede, intesa non solo in senso religioso, ma come atto di fiducia nell’arte e nel potere trasformativo dell’immagine. Le sue tele non cercano risposte, ma sollevano domande. Sono apparizioni sospese, visioni che sfiorano il sacro, senza mai volerlo definire. In un’epoca in cui la spiritualità si confonde con la nostalgia e la filosofia con il silenzio, l’arte di Teo si fa portavoce di un’urgenza antica eppure contemporanea: credere, ancora, nella forza delle immagini.
Con la sua partecipazione a AI CONFINI DELLA REALTÀ, Matteo Mastrandrea entra ufficialmente nella famiglia artistica della Roccart Gallery, diventando un nuovo pittore in permanenza. Le sue opere rimarranno esposte stabilmente, offrendo al pubblico la possibilità di sostare davanti a visioni che non impongono, ma rivelano. E in questo spazio sospeso, tra conscio e inconscio, tra pittura e meditazione, l’anima trova un luogo per ascoltarsi.
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